mercoledì 11 marzo 2009

Interessi nazionali!!!???

"Lo Stato, dice Engels, arrivando alle conclusioni della sua analisi storica non è affatto una potenza imposta alla società dall'esterno e nemmeno "la realtà dell'idea etica", "l'immagine e la realtà della ragione", come afferma Hegel. Esso è piuttosto un prodotto della società giunta a un determinato stadio di sviluppo, è la confessione che questa società si è avvolta in una contraddizione insolubile con se stessa, che si è scissa in antagonismi inconciliabili che è impotente a eliminare. Ma perchè questi antagonismi, queste classi con interessi economici in conflitto, distruggono se stessi e la società in una sterile lotta, sorge la necessità di una potenza che sia in apparenza al di sopra della società, che attenui il conflitto, lo mantenga nei limiti dell'ordine; e questa potenza che emana dalla società, ma che si pone al di sopra di essa e che si estranea sempre più da essa, è lo Stato."

mercoledì 4 marzo 2009

La volontà nella storia

Qualcuno crede che bisogna cercare l'uomo libero nella storia, l'uomo che decide indipendenetemente dalla storia stessa. Ma ciò è stupido! La volontà non genera libertà, la volontà nella storia è un prodotto della storia stessa, né è legata e né è interna. Il Partito Comunista che cerca di creare un'altra civiltà è l'anatgonista creato dalla società stessa. E' volontà antagonista, ma sempre legata alla storia. Non è volontà libera, non è astorica o universale. Il PCI è volontà prodotta dal sistema. Il PCI è consapevole di essere parte della storia e del sistema. La "volontà nella storia" non è quindi "libertà dalla storia", piuttosto è "libertà nella storia". L'idea di libertà assoluta, di uomo libero è un concetto idealistico. Alla "volontà assoluta" noi opponiamo la "volontà antagonista", la volontà non è tale se non è "contro"! L'adesione al sistema non è volontà, ce lo insegna Gramsci quando dice che il sistema tutto (sfera produttiva, culturale, politica ecc.) genera input ideologici pro-sistema. Aderire al sistema è facile, è naturale, è immediato, è animalesco. Ciò è ben lontano dalla "volontà" che è invece espressione dell' "io voglio". L' "io voglio" esprime le vere necessità umane che ogni sistema sacrifica a favore delle necessità riproduttive del sistema stesso. Il sistema sacrifica l'uomo, le necessità del sistema sono più importanti delle necessità umane.
Per cui l' "io voglio" è l'uomo, è Prometeo contro Zeus che guarda oltre e accede al fuoco. Colui che aderisce al sistema è invece l'animale che non va oltre la propria natura! L'uomo invece è l'essere dell' "io voglio", è colui che guarda oltre, che guarda oltre la natura, che guarda oltre il sistema sociale. L'uomo è antagonista nella sua essenza.

L'armonia delle donne nelle classi popolari

Così come Goethe mette in evidenza l'armonia delle donne nelle classi popolari con Margherita nel "Faust", anche Tolstoj mette in contrasto Varenika (contadina) e Kitty (aristocratica) in "Anna Karenina". L'antefatto è il seguente: Kitty scopre che Varenika allevia i mali degli anziani in una clinica, si commuove e decide di fare lo stesso. Il racconto prosegue mettendo in contrasto una Kitty entusiasta e poetica e una Varenika posata e abitudinaria. Ad un certo punto Kitty ha una crisi nervosa e dimostra che in realtà faceva ciò solo per stare bene con se stessa, che usava i malati per se. Varenika che aveva sempre fatto questo lavoro non capisce il motivo della crisi di nervi. In effetti Varenika è una contadina che conosce le sofferenze umane, le allevia e le tratta per ciò che sono, non c'è nulla dietro, non c'è un ideale di perfezione (al quale Kitty allude spesso) o di eroismo.
Invece in Kitty è tutto più complesso, ella cerca la perfezione. Kitty, esponente sincero dell'aristocrazia, passa da un estremo all'altro, dall'amore all'odio. Kitty usa i malati per star bene con se stessa, esattamente come fa il protagonista di "Risurrezione" con i contadini. Kitty non è una figura negativa, anzi è positiva, ma Tolstoj la descrive per ciò che è: un esponente della propria classe.

Sull'amore umano

1) L'amore non ricambiato
La grandezza dell'amore non ricambiato è profondamente interessante. Colui/colei che ama vive un momento tragico, di profondo scoramento. La prima fase di questo amore può anche portare alla morte, è inutile citare i numerosi esempi proposti dalla Letteratura. E' tragico! Ma quella potenza che può portare all'annientamento può essere indirizzata anche altrove. Non è raro il caso di persone che dopo una delusione amorosa trovino una forza interiore tale da fargli raggiungere alte mete nell'altra grande sfera delle ambizioni umane: la trasformazione della natura, anche conosciuta come "il lavoro" e "l'arte". Quell'amore inappagato, in tutta la sua potenza sfocia nel lavoro, nello studio, nell'arte. D'altronde è comunemente riconosciuto che la più diffusa forma di di arte nasce proprio dalla sofferenza

2) L'amore ricambiato
Ancora più tragico è l'amore ricambiato, che invece si presenta quasi come una beffa della natura (la tragicità della vita). Quando i due innamorati raggiungono la massima unità, la soggettiva vicinanza, l'ebbrezza indescrivibile, in quel momento cominciano a formarsi le condizioni oggettive per il distacco.

Scontro ideologico o scontro di classe?

Allen Dulles, il capo della CIA nel '53, dichiarò che la questione non era di combattere il comunismo, ma il controllo degli americani e britannici sulle risorse mondiali.

Ciò dimostra che i paesi del Sud dovevano scegliere se essere delle colonie del Nord o perseguire uno sviluppo autocentrato e indipendente (nello specifico se scegliere tra l'area atlantica o l'area di Bandung e l'area comunista).

Certamente lo scontro era ideologico, ma nascondeva uno scontro di classe. Erano vere entrambe le cose, ma chi vuole negare lo scontro di classe e l'imperialismo nordamericano mette in risalto solo lo scontro ideologico.

Oggi lo scontro è culturale (v. Huntington "Lo scontro delle civiltà"), ma anche di classe. Gli immigrati, gli islamici, i sudamericani (Huntington mette il Sud America in una sfera diversa dal resto del Occidente sebbene siano culturalmente omogenei) sono culturalmente diversi (non i sudamericani) ma anche poveri e discriminati. Il fatto che Huntington metta il Sud America in un'altra sfera rivela che lo scontro di classe si annida nello scontro culturale e viceversa

Profili nella Letteratura

Bel-Ami fu scritto da Maupassant per denunciare l'aridità del capitalismo, oggi la letteratura delinea personaggi simili, ma per mitizzarli. Questi personaggi sono molto apprezzati, sono considerati come dei modelli. Il millionario senza sentimenti e senza relazioni è apprezzato tanto quanto il suo opposto speculare, cioè l'uomo povero senza relazioni, ma duro, privo di sentimenti, immerso in una realtà degradante. Queste figure erano oggetto di dure critiche nell'Ottocento. Oggi questi stessi personaggi vengono esaltati.

Le parole del Capitale Volume 1